Parma città d’oro

Settembre 28, 2021 / no comments

Qual è oggi il più grande valore che Parma presenta in termini identitari e culturali, ma anche turistici ed economici? Qual è la città d’oro della contemporaneità?

A queste e a molte altre domande vuole rispondere Parma città d’oro. Scenari da condividere tra Storia e Progetto, la mostra curata da Dario Costi, Francesca Magri e Carlo Mambriani, realizzata da Fondazione Cariparma e dal Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Parma, con il patrocinio di Parma Capitale della Cultura 2021+21 e del Fai – Delegazione di Parma.

La mostra, presentata in conferenza stampa alla presenza del presidente di Fondazione Cariparma Franco Magnani, dell’assessore alla Cultura del Comune di Parma Michele Guerra, dei curatori della mostra e dell’amministratore unico di Sinapsi Group Davide Battistini, si terrà dal 10 settembre al 19 dicembre 2021 a Palazzo Bossi Bocchi, sede di Fondazione Cariparma, e sarà approfondita da 12 incontri tematici per riflettere collettivamente sul futuro della città.

“Fondazione Cariparma ha scelto di promuovere questa mostra in un momento particolare in cui tutto il mondo sta faticosamente uscendo dalla pandemia” ha dichiarato Franco Magnani, presidente di Fondazione Cariparma “tutti saremo costretti a trovare nuovi modi di vivere insieme, di progettare gli insediamenti e di dare risposte a mutate esigenze di coesione sociale e di inclusione, attraverso percorsi in cui resilienza e sostenibilità diventano il fulcro dell’esistenza per le generazioni di domani”.

“La città d’oro di Parma è il sistema degli spazi pubblici, il patrimonio a vocazione collettiva ma anche la società civile” – ha dichiarato Dario Costi, docente di Composizione architettonica e urbana all’Università di Parma: “siamo tutti chiamati a ragionare su come mettere a sistema lo straordinario tesoro che abbiamo e che può diventare la prospettiva del nostro futuro”.

“È una mostra per i cittadini di oggi ma soprattutto di domani” ha aggiunto Francesca Magri, Ufficio Attività Culturali di Fondazione Cariparma, “per questo sono presentate le idee di laureandi, dottorandi e corsiti della Facoltà di architettura dell’Università di Parma, che negli ultimi cinque anni hanno lavorato a questo grande progetto”.

Carlo Mambriani, docente di Storia dell’architettura all’Università di Parma: “In questa mostra la progettualità del passato è messa in relazione con quella del presente. Durante l’età moderna i duchi chiamarono molti architetti anche da fuori Parma per migliorare la città e la corte. Diversi di questi disegni, a volte eseguiti, a volte no, sono conservati nelle Collezioni d’Arte di Fondazione Cariparma e ci permettono oggi un confronto tra quello che un tempo si era pensato per migliorare la Piccola Capitale e quello che si potrebbe fare oggi o domani, grazie alle elaborazioni degli studenti dei corsi di architettura dell’Università”.

Simbolo di questo approccio è l’ambiente che chiude il percorso di mostra: La stanza della condivisione, il momento in cui i visitatori – sia in presenza che da remoto – potranno esprimersi sulle destinazioni future degli scenari presentati nel percorso espositivo, in relazione al patrimonio storico-artistico disponibile, individuato sulla base degli edifici censiti dall’Atlante Civile dell’Architettura”.

La stanza della condivisione non sarà quindi solo il cuore ma anche il cervello dell’iniziativa, e al contempo sarà il rimando – perfettamente comprensibile leggendo le mappe urbane con le varie ipotesi tra cui orientarsi e scegliere – al vero luogo della condivisione: la città, appunto.

Noto: Art in the Bin

Settembre 28, 2021 / no comments

É con la mostra-evento “ART IN THE BIN” che Altera Domus, promotrice dell’iniziativa, grazie alla solidale e straordinaria partecipazione di 22 artisti di livello internazionale, rilancia la riflessione sul tema del recupero del rifiuto e del riuso creativo di materiali di scarto, dimostrando come possano diventare arte e come l’arte possa rinascere dal rifiuto di se stessa.

La mostra-evento, patrocinata dal Comune di Noto, ospitata nelle sale della Galleria di Palazzo Nicolaci, è stata inaugurata sabato 5 settembre 2021. Ad accogliere gli ospiti, la curatrice Paola Ruffino, il sindaco del comune netino Corrado Bonfanti, l’assessore al Turismo e Cultura, Giusy Solerte, il giornalista Paolo De Chiara.

“La difesa dell’ambiente è quanto mai un tema attuale e urgente – anticipa Paola Ruffino – anche l’arte deve raccogliere il grido d’allarme attraverso il suo valore sociale”. “Organizzare una mostra, incentrandola sul riutilizzo dei rifiuti, come alternativa alla bruttezza e alla pochezza umana, significa stravolgere una mentalità”, per usare le parole di De Chiara, nel saggio introduttivo alla mostra.

La fragilità non inquina

Noto: incontri del tempo

Settembre 2, 2021 / no comments

In mostra a Noto le scelte astratte e la ricerca figurativa di Marco Solzi e Paolo Mezzadri

A cura di Paola Ruffino ed Altera Domus

Sarà allestita nell’ex chiesa di Santa CaterinaSe è dal contrasto, dunque, che scaturisce l’armonia, accostamenti di pittura materica e “metalli filitati”, come ama definirli l’autore “pensando al ferro e alla pazienza di dialogare con esso in un infinito gesto di tessitura quotidiana per trovare modi, tempi e luoghi per futuri spazi creativi”,  è il leitmotiv della mostra bipersonale “Incontri del tempo” che, da Sabato 3 Luglio a Domenica 29 Agosto 2021, metterà a confronto scelte astratte e ricerca figurativa di due straordinari artisti cremonesi: Marco Solzi e Paolo Mezzadri nel suggestivo spazio dell’ex chiesa di Santa Caterina a Noto. Un luogo di impronta sacra che li ha motivati a sperimentare la dimensione presente della storia creando convivenze materiche sofisticate capaci di evocare l’anelito del passato, dello spirito, della bellezza eterna attraverso giochi emozionali di materia, luce, forme e colori.

Paolo Mezzadri, artiere e poeta del ferro, orienta la sua ricerca verso l’essenzialità della forma nel rifiuto della sua subordinazione al soggetto. Realizza sculture e complementi d’arredo metallici dalle forme elegantemente semplificate in senso plastico e geometrico ed attentamente studiate nella loro composizione formale. Per la mostra di Noto, i due artisti hanno fuso la loro visione comune, ovvero trasformare ferro e arte in poesia, creando interessanti opere alchemiche.